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Il segmento testuale Non so è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 724Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 262

Brano: [...] Enrico Minio che ne era al tempo stesso direttore, tipografo e diffusore. Tra i collaboratori vi furono Gastone Sozzi, Velio Spano, Pietro Secchia e Celeste Negarvi Ile; oltre a redigere il testo e a realizzare i disegni, essi diffondevano il giorna

Bruno Fanciullacci

fuori un milite con un moschetto. Momenti che non auguro a nessuno.

Vedendo la mia insistenza, sentendo la mia ostinazione nel negare e nel ripetere come un ritornello: " Non so nulla, ciò che sapevo ho detto e non ho altro da dire ”, l'ufficiale degno scolaro di Carità, sguainò il pugnale gridando fuori di sé: ” Parla o ti ammazzo Non aggiunsi nulla ed allora esso brandendo l'arma si avventò colpendomi ripetutamente nelle parti basse. In quel momento doloroso e comprendendo tutto il pericolo cercai di scansare con gesti rapidi, colpi troppo pericolosi per la mia vita. Tre colpi mi presero nella parte di dietro ed il quarto lo presi nella parte testicolare sottostante. Il quinto lo presi nella mano sinistra nel tentativo di far scudo all’apparato genitale giacché ave[...]

[...]lare sottostante. Il quinto lo presi nella mano sinistra nel tentativo di far scudo all’apparato genitale giacché avevo notato come questo criminale volesse colpire proprio lì. Esso credette di aver raggiunto il suo scopo perché quando si portò fuori dopo aver richiuso dietro di sé la porta disse che ne aveva castrato uno. Se non cadrà sotto i colpi della giustizia popolare, prima della nostra ormai vicina legalità, lo scoverò dovunque si porti. Non so il suo nome malgrado l’abbia a più riprese domandato, ma non scamperà ugualmente. La sua fisionomia come quella del Lisi e del signor agente è qui ben nitida, scolpita nella memoria. Rimasi per circa un quindici minuti in una pozza di sangue, malgrado i miei ripetuti richiami, prima che giungesse un aiuto. Mi portarono neH’infermeria ove mi medicarono sommariamente mettendo i punti. Méntre mi trovavo sul tavolo, giunsero i Fratelli della Misericordia che rimasero allibiti vedendomi in quelle condizioni ».

L'evasione

Ed ecco, come Fanciullacci descrisse la propria liberazione dall'Ospeda[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 830

Brano: Mosca, Battaglia di

Il corpo deiia partigiana Zoe Kosmodemianskaia dopo la tortura

Possono 28 soldati di fanteria combattere contro venti carri armati? Improvvisamente qualcuno saltò nella trincea. Era Klosckov, istruttore politico della compagnia, infaticabile ed amato.

" Ebbene, amici, che ne dite? Venti carri!? Non sono poi molti!

Dai visi che accolsero queste parole, Klosckov comprese che la posizione sarebbe stata mantenuta, a qualunque costo.

Vi fu un vigliacco. Quando un caporale tedesco, dal carro di testa che era giunto sotto la trincea, gridò " Arrendetevi ”, vi fu uno che alzò la mano.

Uno dei 28 disse:

"Davanti a chi ti inginocchi canaglia?”. Nello . stesso tempo si udì una scarica: parecchi uomini avevano tirato contro il miserabile.

Allora la lotta divenne terribile, sovrumana. Con i fucili anticarro, e lanciando bottiglie incendiarie, i 28 tennero più di quattro ore. Quattordici [...]

[...]l ghiaccio, a 3040 gradi sotto zero, per tutta una notte, seguita da due soldati sghignazzanti. Questi battevano alle porte delle case ed attendevando di scoprire sui volti un segno di connivenzada parte di qualcuno di loro con la piccola studentessa di Mosca, scalza nella notte d’inverno. Ma non ebbero successo.

Il terribile martirio continuò per ore ed ore. [...] Ma ella andò barcollando finché vollero gli aguzzini. Non parlò. Disse solo: ” Non so nulla

Fu condannata all’impiccagione nella piazza del villaggio, lo ho visto numerose fotografie del supplizio di Zoe, sequestrate molti mesi dopo ad un ufficiale delle S.S. fatto prigioniero. Ho visto come Zoe incede verso il supplizio, inquadrata da truppe armate. Sembra un ragazzetto. È straordinariamente serena.

Sulla piazza s’era radunata della gente. Molte donne piangevano. Prima che le mettessero il nodo al collo, Zoe disse parole di conforto agli astanti. Disse: ” Non piangete, perché i nostri verranno e vi libereranno. Noi vinceremo. Stalin verrà! ".

Dopo la morte di Zoe, i [...]



da [Otello/Giuseppe Verdi], p. 7Libretto (Disco vinile

Brano: [...]orso! !

SCENA SECONDA

Otello, Jago, Cassio, Montano, popolo, soldati: più tardi Desdemona.

Otello

(seguito da genti con fiaccole)

Abbasso le spade!

(I combattenti s’arrestano. Montano s’appoggia a un soldato.)

(Le nubi si diradano a poco a poco.)

Olà! Che avvien? son io fra i Saraceni?

O la turchesca rabbia è in voi trasfusa Da sbranarvi l’un l’altro?... Onesto Jago,

Per quell’amor che tu mi porti, parla.

Jago

Non so... qui tutti eran cortesi amici,

Dianzi, e giocondi... ma ad un tratto, come Se un pianeta maligno avesse a quelli Smagato il senno, sguainando l’arme S’avventano furenti... avess’io prifna Stroncati i pie’ che qui m’addusser!

Otello

Cassio,

Come obliasti te stesso a tal segno?...

Cassio

Grazia... perdon... parlar non so...

Otello

Montano...

Montano

(sostenuto da un soldato)

Io son ferito...

Otello

Ferito !... pel cielo

Già il sangue mio ribolle. Ah! l’ira volge L’angelo nostro tutelare in fuga!

(Entra Desdemona: Otello accorre ad essa.) Che?... la mia dolce Desdemona anch’essa Per voi distolta da’ suoi sogni? Cassio,

Non sei più capitano.

(Cassio lascia cadere la spada che è raccolta da Jago.)

Jago

(porgendo la spada di Cassio a un ufficiale)

(Oh, mio trionfo!)

Otello

Jago, tu va nella città sgomenta Con quella squadra a ricompor la pace.

(Jago esce.)

Si [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 286

Brano: [...]a sola parrocchia di Vallucciole ha visto il massacro di oltre 100 vittime da noi già sepolte. Vecchi, giovani, ragazze e bambini tutti mitragliati o arsi nelle case distrutte. Spettacolo macabro e terrificante! La chiesetta salva, la canonica semidistrutta i paramenti sacri in cenere il S.S. è salvo e portato ieri da noi a S. Maria. Stesura (ore 18) di pace di un sepolcro...

Sono sempre in Stia gli S.S., pare lascino stanotte la nostra zona. Non so i danni di Lonnano Casalino — altri: domani ci andrò. Rimane ora il rastrellamento dei boschi di Vallucciole, dove si ritiene, ci siano altri numerosi morti. Informerò. Note pietose: Don Pesci ha raccolto sull’altare uno scritto così concepito: “Qui passò, dopo la distruzione, un soldato italiano... e pianse col cuore”.

Immagini l'esasperazione di questi popoli. Gli sfollati di Vallucciole — i resti di un popolo che fu... sono a Stia, chi a Porciano e chi a Papiano.

Innumeri le grassazioni e i furti: un patrimonio sparito.

Chi avrebbe sognato simile eccidio in questa pacifica plaga? [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 870

Brano: [...]Pare che vada anche a fare degli accertamenti travestita da muratore, da popolana e Dio sa come ».

Il 3 giugno, ancor più preoccupato, Ciano scrisse: « Durante la mia assenza Anfuso ha subito un’aggressione telefonica da parte di donna Rachele per certe colpe dell'Irce, che, tra parentesi, non dipende da noi ma dalla Cultura Popolare. Si è espressa in

un linguaggio poco corretto e ha detto che verrà a fare le schioppettate a palazzo Chigi. Non so chi le metta in testa certe cose e non ne parlo al Duce, che certamente ne soffrirebbe per quel senso alto e nobile che ha della cosa pubblica. Ma queste crescenti interferenze sono un grave fatto, e forse un giorno sarò costretto a vincere ogni ritegno e parlarne al Duce. »

Dopo I’8.9.1943 « donna Rachele » seguì Mussolini a Monaco di Baviera e, dopo la costituzione della Repubblica sociale fascista, ebbe assegnata una residenza a Gargnano, sul lago di Garda. Sembra che al termine del processo di Verona contro Ciano e gli altri gerarchi fascisti abbia contribuito a indurre il marito a res[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 12

Brano: [...]2 ora.

Riaffacciatomi per caso alla finestra vidi un altro camion fermo verso Borgo ed intorno ad esso molte persone, anzi quelle persone erano fra il camion ed il muro che è a sinistra di chi entra in Empoli. Mi impressionai di nuovo tantopiù che avevo i bambini fuori. Dopo poco mio nipote Tullio Mazzantini mi disse che* tutto era finito perché quelli che erano venuti se ne andavano e difatti sentii un camion'che piano piano se ne andava.

Non so precisare come si svolsero i successivi avvenimenti perché ero troppo spaventata tantopiù che credevo fosse venuta la rivoluzione di cui in Empoli da tanto tempo si parlava.

Mi buttai sul letto mi affacciai qualche volta e svenni perfino. Ricordo un signore agitato andare su e giù agitando le braccia e gridando: “ chi assume la responsabilità? ”. Vidi pure il Sindaco andare da questo signore e prendergli le carte. Ricordo che Calamandrei Remo accompagnò quel signore prendendolo a braccetto sotto la porta Pisana. Altre persone non riconobbi né vidi disarmare i marinai né ammazzarli. Sentii [...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 42

Brano: [...]

Lui mi disse: “Non devi disperarti; vedrai che il partito o per meglio dire,

11 duce penserà anche a questo “ Se permette le rispondo

“ Parla ”.

Dissi: “ Lo spero che penseranno a noi. Ma credo utile dirle che avrebbero potuto farlo anche prima, perché lo sa bene che sono 14 anni che il nostro duce comanda e credo che avrebbe potuto fare tante cose in questo periodo ”.

E aggiunsi delle notizie sulla miseria del nostro popolo.

Non so se lei lo sa — proseguii — ma se vuol venire dalle mie parti vedrì bambini di 6 o 7 anni che vanno a chiedere l’elemosina; e se quelli che comandano non possono aiutare la

nuova Italia, credo che per noi non vi sarà molto

Lui rispose: “ Vedi bene perché vi è miseria: anche questa guerra costa milioni e milioni ”.

“ Ebbene — disse un compagno — perché in queste condizioni si approva la politica del fascismo? ” Il tenente che non sapeva più rispondere, disse: “ Non parlate mai così perché andrete a finire male ”.

“ Allora, a questa maniera, dobbiamo lasciare le famiglie nella miseri[...]

[...]rispondere, disse: “ Non parlate mai così perché andrete a finire male ”.

“ Allora, a questa maniera, dobbiamo lasciare le famiglie nella miseria, poi esser carne da macello e quelli che vedono chiaro non possono parlare: è questa la nuova Italia? ”.

“ Domandalo a quello lì, che ha fatto la grande guerra, a che cosa sono servite le sue fatiche ”.

E il povero vecchio disse: “Io, al mio ritorno ero pieno di pidocchi e poi, da quel giorno, non sono mai stato in grado di sfamarmi a volontà ”.

“ Ecco — conclusi io — lui ti ha risposto per noi ”.

“ Allora rifletti bene alle parole di questo vecchio e alle nostre: siamo esseri umani tutti uguali, penso che le guerre hanno sempre portato miseria e questa non è una guerra speciale ”.

“ Guerra vuol dire miseria, ecco La gente partì senza perdere tempo,

perché se una spia avesse ascoltato, la prigione avrebbe accolto tutti.

Con noi restò solo il vecchio, che disse “A me, al mio ritorno dalla guerra, mi hanno bastonato; voi fate attenzione nel parlare, altrimenti andrete a finir[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 92

Brano: [...]rigionieri che erano nel campo non volevano comunicare con noi italiani e noi pensavamo fosse perché eravamo stati a combattere sulle loro terre; ma non era così. Un giorno quelli furono tutti chiusi nelle baracche e noi portati in un grande quadrato: non ricordo con precisione, ma credo che saremo stati circa diecimila italiani: qui, su un palco con altoparlante prese posto un generale tedesco con altri ufficiali e con due italiani in borghese. Non so chi fossero i due italiani, però uno di questi prese a parlare e quasi alla fine del suo discorso disse che i camerati tedeschi avevano liberato Mussolini e che in Italia si era formata la Repubblica di Salò e che noi, da bravi soldati italiani, dovevamo ritornare a combattere con i tedeschi. Finito il discorso, ci invitò a cantare “ Giovinezza ”, ma come se fosse passata tra le file una voce misteriosa o si fosse ammutoliti, nessuno cantò. Allora lui finito di cantare da solo, tutto rabbioso, ci disse che ce l’ordinava di cantare, ma ancora una volta dovette cantarla da solo.

Ciò ancora o[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 124

Brano: rebbe ad altro che a un incrudimento cittadino da parte dei tedeschi. L’incaricato riferirà questo mio avviso al rappresentante nostro in Oltrarno. Non so del rèsto che valore abbia questa voce e penso che gli Alleati non si atterranno a quel progetto perché sono uomini positivi, e Firenze non è un villaggetto da farvi romantiche operazioni.

Ricevo con piacere una lettera da un nostro della Commissione che mi assicura che i nostri lavorano.

Il CLN continua i suoi lavori.

Nottata agitata per continuo lancio di proiettili della batterie tedesche di città. Miagolii inquietanti. Passo un’ora nel ricovero anche perché qui non si dorme per una molestissima invasione di ganzare.

7 agosto 1944

... Viene a trovarmi una staffetta — donna d[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 116

Brano: [...]dette ordine di radunare gli uomini e di comunicare la lieta novella.

Ora la cosa era piuttosto triste perché Gianni aveva undici mesi di macchia sulle spalle, il che significava varie diecine di rastrellamenti, rastrellamenti dai quali era sempre uscito con onore, e se proprio lui diceva che questa volta ci si lasciava la pelle effettivamente le cose si dovevan metter male.

Comunque radunammo gli uomini e raccontammo come stavano le cose. Non so se in altri eserciti a simili notizie la gente si mette a ballare, ma posso assicurare che lì non ci furono scomposte manifestazioni di eroica allegria.

E neppure manifestazioni compostissime. Nulla, assolutamente. Misero tutti un muso lungo dieci metri e cominciarono a dire che proprio non ci voleva. Specie con gli inglesi a pochi chilometri.

Allóra ci mettemmo a interrogare gli

"FONTESANTA,,

167

116


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Non so, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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